Alla luce del Decreto del Mipaaf in attuazione del regolamento n. 1613/2016 (Pacchetto latte) e della relativa Circolare Agea è stato svelato il bluff del Ministro dell’Agricoltura Martina. L’imposizione di parametri estremamente restrittivi sulle condizioni di ammissibilità alla Misura, peraltro non adottate nello  stesso provvedimento per le altre specie beneficiarie, impedisce di fatto al comparto ovino di utilizzare le già esigue risorse messe a disposizione con l’aggravante che i fondi non utilizzati verranno rigirati al comparto bovino già beneficiario di stanziamenti ingentissimi.

La sottrazione dei fondi al comparto ovicaprino, che parrebbe quasi programmata, risulta ancora più pesante in considerazione del fatto che tali fondi sarebbero stati destinati direttamente alle casse delle aziende.

 

E’ in via di pubblicazione – ancora non è disponibile nel sito del Mipaaf e non risulta altresì sia stato discusso per la conseguente intesa in ambito Stato Regioni – l’atteso decreto Mipaaf del primo marzo scorso che disciplina le misure eccezionali per la zootecnia e gli allevamenti colpiti dal sisma in attuazione del regolamento n. 1613/2016.

Il provvedimento conferma tutte le misure già annunciate con il “pacchetto” che era stato anticipato e non accoglie le richieste avanzate da Confagricoltura.

Confagricoltura aveva chiesto:

         –  un raddoppio della dotazione finanziaria da 6.000.000 a 12.000.000 di euro;

         –  la sostituzione di femmine adulte di età superiore a 4 anni con primipare, per non precludere l’opportunità di aderire alla Misura ad aziende che hanno altre categorie di animali per scelta aziendale;

      –    la sostituzione della data di chiusura de periodo di macellazione, 30 agosto 2017 al posto del 30 giugno, sia per non concentrare la consegna al macello in un periodo ristretto, sia perché la decorrenza del periodo di riferimento per la concessione dei premi è estremamente ravvicinata visto che parte dal 15 marzo prossimo;

        –  la sostituzione della percentuale della consistenza del gregge ammessa al sostegno dal 15% al 30%, un valore leggermente superiore a quello della rimonta che è del 20-25%

         – l’eliminazione dell’importo massimo dell’aiuto, fissato a 15 euro a capo, così come previsto per le aziende dedite all’allevamento di bovini.

Ancora una volta il Ministero è sordo alle richieste della Sardegna, non recependo quelle modifiche che avrebbero consentito agli allevatori ovicaprini sardi di poter beneficiare, in un momento estremamente difficile per il comparto per via della riduzione del prezzo del latte, delle misure contenute nel Decreto mentre, restando così le disposizioni, pochissime di quelle risorse potranno arrivare in Sardegna.