Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Le esportazioni agroalimentari italiane sono sotto attacco a causa dell’emergenza coronavirus. Dagli agrumi, ai vini, ai formaggi fino ai prodotti del florovivaismo, aumentano le segnalazioni di contratti disdettati e difficoltà poste all’accesso sui mercati di destinazione finale.
 
“Siamo di fronte a comportamenti ingiustificati e privi di fondamento – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – a cui occorre reagire sul piano diplomatico a tutela dei legittimi interessi degli operatori italiani. Ringrazio il governo per le iniziative già avviate al riguardo”.
 
“La sicurezza dei nostri prodotti non può essere messa in alcun modo in discussione – ha evidenziato Giansanti -. E la conferma, se ce ne fosse bisogno, arriva dalle indicazioni date in questi in giorni ai cittadini sui siti delle amministrazioni pubbliche in due Paesi – Francia e Stati Uniti – che sono tra i principali mercati di sbocco delle nostre produzioni agroalimentari”.
 
Negli Stati Uniti il Centro di prevenzione e controllo delle malattie ha fatto sapere che “non c’è alcuna evidenza che supporta il rischio di contagio associato al cibo”. Gli esperti statunitensi hanno consigliato di seguire alcune precauzioni igieniche nella fase di preparazione di cibi, ma questo vale sia per i prodotti importati, sia per quelli in arrivo dalle imprese USA.
 
In Francia le autorità pubbliche hanno informato i cittadini che è estremamente basso il rischio di contagio da contatto con un prodotto importato dalle zone a rischio. Tant’è che nessuna precauzione è stata disposta anche per i prodotti in arrivo dalla Cina.
 
“Gli ostacoli posti ai prodotti italiani destinati ai mercati esteri vanno contrastati con la massima fermezza, perché rischiano di aggravare una situazione già particolarmente difficile, non solo in Italia – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. In ogni caso ribadiamo la richiesta di un piano straordinario, supportato dalle migliori e più autorevoli evidenze scientifiche, per far sapere ai consumatori internazionali che la sicurezza dei nostri prodotti è fuori discussione”.