Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Semplificazione, crescita della competitività, ricerca scientifica e innovazione. Sono queste le “chiavi di lettura” che Confagricoltura propone anche per affrontare la prossima riforma della PAC. Lo ha detto il presidente Massimiliano Giansanti aprendo la terza edizione del Global Food Forum (GFF), organizzato da Farm Europe e Confagricoltura, in corso a Cascina Erbatici, in provincia di Pavia. Una due giorni di discussione aperta a cui partecipano oltre duecento stakeholders del sistema agricolo ed agroalimentare europeo, con l’obiettivo di formulare proposte concrete da presentare al Parlamento europeo.
 
Giansanti, che è anche presidente del GFF, ha ricordato che la Commissione europea ha presentato, il 2 maggio scorso, le proposte sul quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027. A prezzi costanti, è stata indicata una riduzione degli aiuti diretti di circa 15 punti percentuali. Per i programmi di sviluppo rurale, sempre a prezzi costanti, il taglio proposto supera il 20 per cento.
 
“Quelle di Bruxelles sono proposte per noi inadeguate – ha ribadito il presidente Giansanti -. Non è questo il modo di rilanciare e rafforzare la costruzione europea. Per questo chiediamo di far salire la dimensione del bilancio della UE sul livello indicato dal Parlamento europeo”.
 
“L’agricoltura europea – ha continuato Giansanti – ha bisogno di una politica che sappia indirizzare, che sappia far crescere la competitività delle imprese, sappia far fronte alle nuove sfide, come quelle dei cambiamenti climatici; di una politica agricola più flessibile e semplificata, più vicina agli interessi degli agricoltori”.
 
Una Pac che, come ha detto il presidente di Farm Europe Yves Madre, “deve restare agricola, essere veramente europea a livello economico e ambientale, affrontando in maniera seria i temi dell’innovazione e della ricerca, anche genetica”.
 
Giansanti si è soffermato, quindi, sulle incertezze politiche nella UE e sulle difficoltà a far avanzare un ambizioso programma di riforme: dalla gestione delle frontiere esterne al rafforzamento dell’Eurozona. “E’ necessario – ha detto – poter decidere il futuro delle imprese agricole all’interno di un quadro di riferimento più stabile e affidabile rispetto a quello presente”.
 
Tanto più che a livello internazionale sono in atto tensioni commerciali impensabili fino a poco tempo addietro. E non solo tra Stati Uniti e Cina.
 
“I dazi – ha osservato Giansanti – aprono la strada ad altri dazi e a misure di ritorsione. Il ritorno al protezionismo sarebbe la risposta sbagliata. Per l’Unione Europea e per l’agricoltura italiana. Una prolungata guerra commerciale, come evidenziato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea, ridurrebbe il potenziale di crescita dell’economia su scala mondiale. In secondo luogo inciderebbe sul normale e ordinato andamento dei rapporti di cambio tra le principali valute, con il risultato di alterare artificialmente la competitività delle merci. Infine, potrebbe modificare i consolidati mercati di sbocco”.
 
“Il nostro auspicio – ha concluso il presidente di Confagricoltura – è che le tensioni commerciali si esauriscano in tempi brevi. E che torni a prevalere il dialogo multilaterale centrato su un’Organizzazione mondiale del commercio certamente da riformare, come sostiene anche la Commissione Europea”