Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Le deroghe introdotte bloccano sul nascere l’obbligo di indicare, nelle etichette di salumi, prosciutti e preparati, l’origine delle carni suine. Lo denuncia Confagricoltura in relazione al decreto interministeriale 6 agosto 2020 – entrato in vigore in questi giorni – che obbliga a indicare in etichetta i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi.

Lo stesso decreto interministeriale – informa Confagricoltura – aveva già previsto che confezioni e prodotti, non in linea con le prescrizioni di etichettatura ed immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, “possono essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte o, comunque, entro il termine di conservazione previsto in etichetta”.

Come se non bastasse con una circolare del Mise è stata disposta un’ulteriore deroga, concedendo alle industrie di trasformazione di poter utilizzare sino al 31 gennaio 2021 “le scorte esistenti di imballaggi ed etichette non conformi” disponibili a seguito di contratti antecedenti alla pubblicazione dello stesso decreto interministeriale, quindi prima del 16 settembre 2020.

In pratica sino a tutto gennaio prossimo, si potrà apporre su salumi, prosciutti e preparati di carni suine un’etichetta senza indicazione di origine della materia prima e successivamente immetterlo in commercio, arrivando così a disattendere potenzialmente l’obbligo anche, e chissà per quanto tempo, oltre gennaio 2021. In tal modo non si consente ai consumatori di essere informati sulla provenienza delle carni utilizzate nelle produzioni nazionali in questa fase di prima attuazione del decreto.

Confagricoltura, ritenendo del tutto inopportuno questo ulteriore allentamento delle regole, è convinta che il Mise interverrà sulla circolare. Di fatto con tale provvedimento si è vanificato l’obbligo di etichettatura previsto, per altro, in via sperimentale solo sino al 31 dicembre 2021.