Categories: Archivio, Pol. Agricole

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“Abbiamo sollecitato la costituzione di una cabina di regia sul rinnovamento delle infrastrutture idriche (l’età media è di 30 anni); vanno attivati rapidamente gli investimenti per l’adeguamento e la conversione di reti e impianti obsoleti e per il miglioramento dell’efficienza del sistema di approvvigionamento idrico, che presenta tassi di perdita media del 27% a livello nazionale (con punte del 50% al Sud). Su 350mila km di tubazioni in Italia, circa la metà è da rigenerare o riparare, per non parlare di oltre 50mila km da implementare. Va poi dato impulso alla realizzazione, anche al Nord, di nuovi invasi per la raccolta delle acque piovane”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che è intervenuto sul problema della siccità.
 
“L’emergenza siccità – ha osservato Giansanti – si sta facendo sentire molto di più al Nord che nel Centro Sud, in particolare in Emilia Romagna. Tutto ciò per i cambiamenti climatici in atto. In diverse aree del Centro Sud – dove ci si è dovuti abituare alla penuria d’acqua – nel corso degli anni ci si è attrezzati con invasi a riempimento pluriennale (le regioni più “assetate” risultano la Calabria e la Basilicata). Il Nord, che si confronta con la questione siccità solo dagli ultimi anni, oggi è più in affanno”.
 
Confagricoltura ha ricordato, ad esempio, come, in Emilia Romagna, l’invaso di Mignano e il bacino del Molato siano praticamente all’asciutto. La carenza d’acqua per l’irrigazione ha pregiudicato i raccolti ed ha condizionato fortemente le semine.  “Bisogna stare attenti a non azzerare l’attività produttiva – ha messo in guardia il presidente di Confagricoltura -. Purtroppo è un cane che si morde la coda, senza acqua per irrigare, rischiamo di restare anche senza cibo. Non dimentichiamo che il cibo ha una componente fondamentale di acqua (pensiamo all’ ortofrutta)”.
 
Per far fronte alla siccità le aziende agricole più attrezzate stanno cercando di porre rimedio – laddove possibile – con irrigazioni di soccorso, anche se aumentano notevolmente i costi produttivi.
 
Il presidente di Confagricoltura ha ricordato infine l’impegno delle imprese agricole ad un uso razionale della risorsa idrica: negli ultimi anni è aumentata la superficie irrigata con microirrigazione, tecnica che riduce l’impiego di acqua e che è utilizzata ormai da un numero di aziende pari a quelle che praticano irrigazione per scorrimento o immersione.
 
“Va sottolineato – ha quindi concluso il presidente di Confagricoltura – che l’agricoltura non consuma acqua, ma dopo il suo utilizzo la restituisce alle falde freatiche. Senza contare il contributo per la lotta al cambiamento climatico fornito in generale dal settore primario”.