Categories: Archivio, Pol. Agricole

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“Per formulare una valutazione complessiva, attendiamo di conoscere gli elementi finali dell’accordo politico. Se non ci sono stati cambiamenti rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi, durante la stretta finale del negoziato, non potremo che confermare tutte le nostre perplessità”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, commenta così il raggiungimento di un accordo politico tra la Commissione Ue e il Mercosur, che dovrà essere vagliato dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
 
“Ci preoccupano – aggiunge Giansanti –  le dichiarazioni ufficiali rilasciate dal commissario Hogan secondo il quale l’accordo presenterà alcune sfide all’agricoltura europea e che l’Esecutivo Ue sarà al fianco degli agricoltori per farvi fronte. Non sono dichiarazioni incoraggianti”.
 
Riso, agrumi, zucchero, pollame, secondo la Confagricoltura, le nostre produzioni più esposte alla più forte concorrenza dei Paesi Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). E per le carni bovine è elevato il rischio di squilibrare il mercato dell’Unione, a seguito delle concessioni accordate dalla Commissione, con un contingente di importazioni a dazio zero pari a 99 mila tonnellate l’anno.
 
Il Brasile – ricorda la Confagricoltura – già esporta 270 mila tonnellate di carni bovine sul mercato dell’Unione ed è il secondo fornitore di semi di soia, dopo gli Stati Uniti.
 
“C’è poi il capitolo relativo alle modalità della liberalizzazione del mercato del Mercosur ai vini e all’olio di oliva della UE – sottolinea Giansanti -. Un’apertura diluita su un periodo di almeno dieci anni sarebbe negativa, mentre per i Paesi sud americani l’abbattimento dei dazi europei entrerebbe immediatamente in vigore. Se fosse confermata, saremmo di fronte a una disparità assolutamente ingiustificata”.
 
Occorre anche verificare che la lista dei prodotti a denominazione geografica e di qualità includa tutte le nostre produzioni di punta sui mercati internazionali.
 
“Il negoziato tra la UE e il Mercosur è partito nel lontano 1999 – conclude il presidente di Confagricoltura -. Da allora molte cose sono cambiate. Il nuovo Parlamento europeo e la Commissione che si insedierà nei prossimi mesi dovranno riflettere sulla coerenza da assicurare, nel quadro degli accordi commerciali, tra competitività delle imprese agricole, protezione dei consumatori e politiche ambientali”.