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Confagricoltura denuncia : la diffusione della Lingua Blu in tutta l’isola poteva essere evitata. I ritardi nella profilassi, i vaccini somministrati in agosto, la mancata certificazione dei capi malati da parte dei veterinari, non hanno impedito il proliferare dell’epidemia. Necessario estendere gli indennizzi in caso di perdite di reddito e agli allevatori che non hanno effettuato la vaccinazione.

 di Leyla Manunza

Non si arresta l’emergenza Lingua Blu che come era prevedibile e ampiamente denunciato da Confagricoltura già ad ottobre scorso, con i primi casi rilevati in Ogliastra, si è diffusa a macchia d’olio in tutta l’isola. 

Una serie di elementi hanno concorso al rapido dilagare della malattia – denuncia l’associazione agricola in un documento indirizzato agli assessorati competenti – non solo è mancata un’efficace e tempestiva campagna di prevenzione e profilassi (unica strategia efficace per combattere l’insetto vettore), ma anche la campagna di vaccinazione è stata troppo tardiva quando, per dispiegare gli effetti di prevenzione sarebbe dovuta essere attivata prima del manifestarsi della malattia.

E’ stato controproducente  – proseguono i vertici di Confagricoltura – aver fatto partire la profilassi vaccinale ad agosto, quando le alte temperature hanno sfiorato i 40 gradi,  la Lingua Blu era nel pieno della sua espansione e gli animali in stato di gravidanza avanzata. Come si spiega la mancata prassi da parte dei veterinari di certificare i capi malati che dunque non vengono abbattuti e continuano a restare in azienda? Come si concilia quest’ultimo aspetto con la con la Misura 215 del PSR Sardegna 2007-2013?

I vertici di Confagricoltura fanno un appello alla regione perché renda note le dimensioni dell’epidemia, quantifichi le ripercussioni economiche, chiarisca quali sierotipi sono attualmente presenti in Sardegna, quali vaccini sono stati messi in produzione dagli istituti e dagli enti incaricati e se quelli destinati ai focolai sardi siano realmente in grado di coprire tutti i sierotipi. Confagricoltura propone l’istituzione di un tavolo tecnico scientifico permanente che includa enti di ricerca, ASL, Istituto zooprofilattico, ARA e OO.PP.AA. capace di programmare efficaci sistemi di prevenzione per la Lingua Blu e per tutte le epizoozie presenti nell’isola. Non è inoltre più rinviabile un sistema di monitoraggio e controllo costante sugli effetti della malattia e del vaccino. Confagricoltura chiede che vengano stabilite regole certe sullo smaltimento delle carcasse e la modifica delle disposizioni sugli indennizzi. Il decreto 21 all’art. 6 prevede un indennizzo per i danni da vaccino in caso di mortalità o aborto ma nulla stanzia per i cali di produzione o di sterilità sempre più frequenti, determinati dalla vaccinazione. Il decreto determina solo la corresponsione degli indennizzi ai proprietari o detentori di allevamenti sede di focolaio di Lingua Blu, per i capi morti senza contemplare i casi di abbattimento e i danni provocati agli animali superstiti. Sarebbe poi opportuno estendere gli indennizzi – conclude il documento – alle perdite di reddito e anche a coloro che non hanno vaccinato i capi visto che la profilassi è partita con enorme ritardo per cause non imputabili agli allevatori.