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Il documento di Confagricoltura Sardegna a firma della presidente Elisabetta Falchi è stato inviato all’Assessore alla Sanità Simona De Francisci e, per conoscenza, al direttore del Servizio Prevenzione Gabriella Sirigu.

 

 

 

Con riferimento all’incontro tenutosi presso il Vostro Assessorato il giorno 25 Settembre u.s., inviamo il presente documento contenente le osservazioni sul decreto assessoriale del 16 settembre, già anticipate per sommi capi, durante la discussione.

Premesso che è doveroso riconoscere i molti elementi positivi contenuti nell’articolato del decreto in oggetto, è altrettanto doveroso proporre alcune osservazioni nel merito sulla completezza delle disposizioni emanate ed in particolare sul futuro piano di lotta alla Blue tongue. L’obiettivo comune crediamo sia quello di arrivare al completo controllo della malattia così da evitare la continua rincorsa alla soluzione dei problemi generati dall’epidemia, con ricorrenti piani di emergenza poco efficaci e molto costosi, che hanno segnato, negli ultimi 10 anni, la politica della lotta a questo terribile morbo.

Nello specifico indicheremo in maniera schematica quali siano, secondo la nostra visione, i tratti salienti che una efficace lotta al morbo della blue tongue debba necessariamente contenere. 

 

A)     Maggior chiarezza e completezza dei dati

Le  informazioni e i dati sulla malattia e la loro elaborazione statistica, con l’ ausilio di software adeguati sono certamente di enorme aiuto per riuscire ad anticipare e prevenire la recrudescenza di epidemie di vaste dimensioni ed essere in grado di contenerne gli effetti. A questo scopo sarebbe opportuno attivare un gruppo di esperti che sia in grado di raccogliere ed elaborare le seguenti informazioni:

1.      Numero dei focolai – zone –  diffusione.

2.      Numero dei capi morti – infetti – vaccinati.

3.      Ricognizione reale degli effetti della malattia.

4.      Ricognizione reale degli eventuali effetti collaterali del vaccino.

5.      Distinzione dei dati per sierotipo.

6.      Acquisizione dei dati sulle sentinelle.

7.      Elaborazioni statistiche ed utilizzo di modelli biomatematici.

 

 B)   Programmazione vaccini

Poiché è impensabile, se si vuole procedere ad una lotta seria ed efficace, che si ripeta quello che è successo in questa ultima annata e cioè che pur a fronte di continue e pressanti segnalazioni di insorgenza della malattia fin dal mese di ottobre del 2012, fatte anche dalla nostra Organizzazione, si sia arrivati al mese di agosto 2013 per cominciare ad avere i primi vaccini disponibili, ovvero nel pieno dell’epidemia  con centinaia di migliaia di capi infetti e decine di migliaia di capi morti, sarà necessario adottare misure stabili di prevenzione e non più emergenziali. Più precisamente si ritiene che tutte le attività di cui al punto A, insieme al continuo monitoraggio delle greggi ed al riscontro puntuale delle segnalazioni da parte degli allevatori, servano da base allo scopo di:

1.      Reperire anticipatamente i vaccini necessari fin dai mesi di marzo – aprile di ciascun anno.

2.      Creare scorte annuali sufficienti a fronteggiare eventuali recrudescenze dell’epidemia.

3.      Procedere alla vaccinazione dell’intero patrimonio zootecnico con relativa certificazione, dei capi vaccinati da parte del servizio veterinario.

4.      Procedere alla campagna di vaccinazione entro e non oltre il mese di maggio di ciascun anno.

5.      Verificare la possibilità di produrre il vaccino in Sardegna.

 

C)   Problemi sugli animali infetti vivi

Rimane un problema del tutto aperto e attualmente senza alcuna soluzione, la presenza di numerosi capi infetti superstiti all’interno degli allevamenti. Si tratta di animali che si sono infettati ma che sono sopravvissuti; su questi animali non è dato sapere che tipo di provvedimenti si è inteso prendere. Poiché essi non possono essere vaccinati, ma su questi ricadono, il più delle volte,  tutti gli effetti della malattia conclamata (immunodepressione, danni alla sfera riproduttiva, mancata produzione, ecc.) è certamente opportuno individuare una soluzione che permetta fino in fondo il risanamento del gregge, conferendo maggiore efficacia anche alla vaccinazione, considerato che, a tutti gli effetti, questi animali hanno scarse possibilità di riprendersi e di fatto costituiscono un vero e proprio serbatoio di virus, capaci quindi di perpetrare la malattia nel tempo e nello spazio. Per questi animali sarebbe opportuno approfondire le seguenti possibili attività: 

1.      Statistiche e numeri.

2.      Stima dei danni.

3.      Analisi cliniche.

4.      Abbattimenti controllati.

5.      Abbandono del concetto di menomazione dell’animale e passaggio al concetto di menomazione del gregge.

Su questo ultimo punto si segnala che la presenza in azienda di animali infetti superstiti costituisce un grave danno economico  per l’ allevatore, in quanto egli è tenuto a continuare ad alimentare e a mantenere tali animali, senza che questi possano in alcun modo restituire le spese sotto forma di produzione di latte e carne, rappresentando di fatto una perdita sul reddito netto dell’allevamento; altro risvolto non meno importante sarà rappresentato dalle conseguenze e dalle ripercussioni sul benessere generale degli animali.

 

D)     Sierotipo BTV 4

Solo relativamente al sierotipo 4, si è notato che l’ attuale decreto non contiene elementi relativi a tale sierotipo; in considerazione della sua presunta scarsa diffusione, ma specialmente in previsione di predisporre norme generali sull’esportazione dal territorio regionale di animali destinati alla macellazione o al ristallo, sarebbe comunque opportuno conoscere l’attuale situazione epidemiologica e valutare, in base ai dati di cui al punto A, se questo sia un pericolo reale o meno ed individuare eventuali soluzioni. In tal senso sarebbe utile conoscere fin d’ora:

1.      La reale diffusione territoriale.

2.      Il numero di capi infetti.

3.      Le elaborazioni statistiche e la presumibile dinamica di diffusione.

4.      L’eventuale futura disponibilità di vaccini.

 

E)        Controindicazioni riportate sul foglietto illustrativo del vaccino Zulvac Ovis 1 + 8

Relativamente al vaccino individuato per la presente campagna vaccinale Zulvac Ovis 1 + 8 è necessario considerare che esso riporta alcune controindicazioni, non marginali, come naturalmente l’uso vietato o inutile sugli animali infetti, il mancato testaggio sui riproduttori maschi ed in generale l’uso sconsigliato sugli animali che siano in avanzato stato di gravidanza o in precario stato di salute. A questo proposito si segnala la necessità di avere risposte sui seguenti punti:

1.      Vaccinazione riproduttori maschi che rappresentano circa l’ 8% della popolazione ovina.

2.      Identificazione puntuale e preventiva degli animali infetti attraverso le analisi su tutti i capi del gregge.

3.      Ricognizione di eventuali danni dovuti ad un uso improprio, nel caso in cui non si sia proceduto ad analisi preventive, comprese le diagnosi di gravidanza.

 

F)      Indennizzi

Per quanto il problema degli indennizzi attenga alle disposizioni emanate dall’Assessorato all’Agricoltura, esistono alcuni risvolti di cui è necessario che l’ Assessorato alla Sanità si faccia carico. In particolare ci riferiamo alla copertura dei danni provocati dalla malattia nel periodo che intercorre tra le prime segnalazioni dell’ottobre 2012 sino al periodo del maggio – giugno 2013. Per tale periodo non è attualmente possibile per gli allevatori produrre in maniera completa né le certificazioni sul decesso degli animali, né tantomeno i verbali di vaccinazione obbligatoria; come è noto tale documentazione è indispensabile per istruire la domanda di indennizzo. A tal proposito si segnale che:

1.      Nel periodo ottobre 2012 – luglio 2013 non erano disponibili i vaccini.

2.      Per istruire la domanda di indennizzo è necessario dimostrare  di avere effettuato la vaccinazione obbligatoria.

3.      Per istruire la domanda di indennizzo è necessario produrre le  certificazioni di decesso degli animali.

 

G)     Movimentazione

Su questo argomento Vi abbiamo già inviato una nota in data 02 Ottobre u.s.

 

In conclusione sarebbe opportuno che l’Assessorato adottasse un procedimento consolidato per le campagne vaccinali a venire, che comprendesse i seguenti punti:

1.      Reperimento dei dati storici sulla malattia, analisi statistiche e utilizzo dei risultati ai fini previsionali.

2.      Individuazione dei sierotipi, anticipazione della produzione e del reperimento dei vaccini entro il mese di marzo di ciascun anno.

3.      Programmazione sistematica e territoriale della campagna di vaccinazione.

4.      Espletamento delle operazioni di vaccinazione entro il mese di maggio di ciascuna anno.

5.      Attivazione di programmi pubblici di lotta all’insetto.

6.      Attivazione di campagne di sensibilizzazione degli allevatori sulla necessità della lotta all’insetto e della vaccinazione.

7.      Attivazione di una campagna di informazione sulle differenze tra l’uso di vaccino vivo e di quello spento.

8.      Monitoraggio costante delle greggi e pubblicazione dei risultati della campagna vaccinale.

9.      Concordare con il Ministero norme stabili per la movimentazione.

10.  Individuare norme meno restrittive per la movimentazione dei bovini senza compromettere la biosicurezza.

 

Allo scopo di perseguire gli obiettivi indicati Confagricoltura propone  l’istituzione di un tavolo tecnico-scientifico permanente composto da Enti di ricerca, ASL, IZS, ARA e OO.PP.AA, che oltre ai problemi della Lingua blu affronti le problematiche inerenti le altre epizoozie presenti in Sardegna.

 

 

Oggetto: osservazioni decreto Blue tongue n. 28 del 16 settembre 2013