Categories: Archivio, Pol. Agricole

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“Agricoltura e cibo sono a pieno titolo indicati nella bozza del Job Act del segretario Renzi come i principali settori dai quali possono nascere nuovi posti di lavoro. Si tratta di un positivo riconoscimento del valore del made in italy agroalimentare e delle sue grandi potenzialità, che è confortato dai numeri incoraggianti che ci arrivano dalle analisi sulla congiuntura del comparto: proprio oggi l’Osservatorio Ismea-Unioncamere ha evidenziato come il 10% delle nuove imprese nate in Italia nel primo semestre del 2013 siano proprie imprese agricole”. Così Agrinsieme, che riunisce le sigle Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative commenta la bozza del Job Act presentata dal segretario del Partito Democratico Matteo Renzi.
“Valutiamo quindi positivamente le prime indicazioni fornite dal neo Segretario del Pd e gli diamo atto di aver individuato nell’agroalimentare – continua Agrinsieme – un comparto in grado di svolgere un ruolo di primo piano nella tanto auspicata ripresa economica del Paese. Come organizzazioni ci rendiamo disponibili per il più ampio confronto in vista della elaborazione e messa a punto dello specifico piano industriale per il settore”.
Tra i segnali incoraggianti che confermano la vitalità del comparto agroalimentare, Agrinsime cita le rilevazioni Unioncamere sulle nuove imprese iscritte al registro delle imprese: da gennaio a luglio 2013 sono state create ben 11.485 nuove imprese nel settore agricolo, vere start-up, non derivanti cioè da processi di scorporo, trasformazione o cambiamento di forma giuridica o localizzazione. Particolarmente attivo il Mezzogiorno, in cui si registrano quasi il 50% delle nuove attività produttive agricole.
Altro trend positivo è l’andamento delle nostre esportazioni agroalimentari, giunte alla cifra record di 33 miliardi di euro complessivi nel 2013, facendo registrare un aumento del +5,8% nei primi nove mesi dell’anno, trainati dalle vendite di ortaggi freschi (+12,3%) e vini e spumanti (+8,3%).