L’analisi SWOT fornita appare estremamente approssimativa e non sufficiente a identificare i punti di forza e di debolezza, le opportunità e le minacce del nostro contesto territoriale: tutti  elementi rilevanti per la definizione delle scelte strategiche, delle priorità e degli obiettivi da raggiungere attraverso la prossima programmazione del PSR. 

Riteniamo che un’analisi del contesto  locale  così rappresentata generi presupposti fuorvianti nella identificazione successiva  dei fabbisogni.

In particolare, vista la complessità del sistema agricolo regionale costituito da tipologie differenti di agricoltura (intensive ed estensive, di pianura, di collina irrigue e non irrigue ecc. ) sarebbe  opportuno procedere a una dettagliata analisi del contesto utilizzando il maggior numero possibile di indicatori comuni e specifici utili a caratterizzare meglio e con maggiore puntualità i singoli sistemi territoriali.  

Pertanto, inviamo in allegato un’analisi descrittiva dei principali comparti agricoli regionali riservandoci di integrarla in una fase successiva (con osservazioni su alcuni comparti importanti come l’agriturismo totalmente ignorato sia nelle fasi di analisi che di strategie) a causa del  limitato tempo a disposizione .

Le priorità indicate sono insufficienti per le finalità proprie dei fondi PSR .

Infatti, in linea  con gli  obiettivi del QSC di Europa 2020, la politica di sviluppo rurale, articolando le sei priorità e le 18 focus area, deve concorrere al perseguimento dei tre obiettivi strategici di lungo periodo della PAC: contribuire alla competitività del settore agricolo (crescita intelligente), contribuire alla gestione sostenibile delle risorse naturali (crescita sostenibile), contribuire allo sviluppo territoriale equilibrato  delle aree rurali compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro ( crescita inclusiva). Pertanto, sarebbe preferibile, così come previsto dal documento di lavoro del MIPAF, correlare l’analisi dei singoli fabbisogni ai Focus area specifici e, in particolare, dare evidenza all’obiettivo competitività  che  risulta uno dei fattori maggiormente  limitanti dell’agricoltura sarda.

Ulteriori osservazioni specifiche

 INNOVAZIONE

Riteniamo che il tema dell’innovazione e della ricerca debba essere affrontato con obiettivo di superare i limiti peculiari della ricerca in Italia: il limitato collegamento tra attività di ricerca e mondo delle imprese con la conseguente  scarsa propensione a orientare l’attività di ricerca agli aspetti legati alla produzione ed alla produttività e l’insufficiente capacità di trasformare la conoscenza tecnologica e scientifica in effettive opportunità imprenditoriali. E’ strategica la produzione di innovazioni direttamente applicabili e utilizzabili dagli imprenditori agricoli, indirizzata ai temi della sicurezza alimentare, della tipicità e della qualità dei prodotti, unitamente alla consapevolezza che i processi di innovazione non tendono a svilupparsi secondo “percorsi semplici e programmati”. E’ invece sempre più necessario che il mondo produttivo sia collegato in maniera strutturata al mondo della ricerca, sia pubblica che privata, nella fase di analisi e raccolta del fabbisogno di innovazione espresso dagli imprenditori, sia in quella, importantissima, della divulgazione e della diffusione delle innovazioni da applicare alle attività economiche. Se la ricerca si concentrerà sulle reali esigenze delle imprese in funzione del mercato, ci saranno certamente maggiori opportunità per le nostre produzioni.

 

GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE  

 La capacità di invaso attualmente  autorizzata in Sardegna  è ancora inferiore alla elevata capacità potenziale di invaso dei bacini sardi. Pertanto, non è più procrastinabile un’azione incisiva volta all’attivazione e al completamento delle  procedure di collaudo degli invasi al fine di ottimizzare i cospicui investimenti effettuati e ridurre la vulnerabilità alle fluttuazione climatiche. 

Risulta comunque opportuno la realizzazione di ulteriori opere che consentano di captare importanti corpi idrici sia nelle zone non ancora servite sia per incrementare quelli esistenti.

Importante programmare interventi finalizzati al risparmio idrico attraverso una costante manutenzione delle reti al fine di ridurre gli sprechi reali della risorsa tenendo presente che la priorità è proprio quella di  ridurre le perdite lungo condotta che sono principali cause di sprechi della risorsa.  Per il raggiungimento di una buona efficienza dell’utilizzo dell’acqua irrigua piuttosto che l’acquisto dei misuratori delle portate, laddove non strettamente strategico e necessario è certamente più opportuno un  monitoraggio costante del territorio.

Sicuramente il dato più allarmante che emerge dall’analisi swot, e che va maggiormente evidenziato è la ridotta superficie irrigata rispetto a quella servita irrigabile, con una preoccupante tendenza alla  continua diminuzione. Ciò evidenzia che il problema in Sardegna non è certamente l’esiguità delle risorse idriche ma la difficoltà di utilizzare in modo remunerativo tali risorse.

Tra l’altro l’utilizzo limitato della risorsa idrica comporta una altissima  incidenza dei costi fissi sulla esigua superficie irrigata. Pertanto, obiettivo prioritario  dei prossimi anni dovrà essere quello di rendere l’utilizzo dell’acqua ai fini irrigui un fattore di produzione di facile accesso in termini di efficienza ed economicità.

E’ necessario ed urgente un intervento di attenta analisi e risoluzione delle problematiche connesse alla gestione del sistema tra ENAS e  Consorzi di Bonifica che deve avere come obiettivo quello di ottenere un costo irriguo certo e  sostenibile  rispetto alla redditività delle colture praticate.

Tale  presupposto  è previsto dalla stessa  direttiva europea acque 2000/60 che  prevede che il recupero dei costi avvenga secondo il principio di chi inquina paga attraverso  un “adeguato contributo”  che tenga  conto delle ripercussioni sociali ed economiche di tale recupero.