Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Serve un cambio di marcia nella politica agroalimentare per contribuire alla ripresa del Paese e valorizzare la qualità del “made in Italy”. E in tale ottica è indispensabile allargare le competenze del ministero delle Politiche agricole, dando vita ad un dicastero per lo Sviluppo dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare, in modo da favorire la crescita e la competitività delle imprese con strategie agroindustriali, sanitarie e con una visione anche internazionale del comparto. E’ questa una delle richieste contenute in un documento inviato al presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi da Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari.
 
            Nel documento di Agrinsieme si evidenzia la necessità di una strategia in campo agricolo e agroalimentare realmente orientata alle imprese, nelle loro diverse articolazioni, aggregazioni e rapporti con il mercato. Una rinnovata politica che consenta di aprire nuove prospettive alle aziende che attualmente vivono una fase di grande difficoltà, con costi in continua crescita e con una forte perdita di competitività e di redditi.
 
            Occorrono, secondo Agrinsieme, interventi per migliorare l’aggregazione e favorire la costituzione di reti di imprese, incentivare il credito, favorire la ricerca e l’innovazione e la presenza sui mercati esteri dei nostri operatori.
 
            Agrinsieme si sofferma anche sui temi del lavoro, del fisco, della burocrazia, sui giovani. Per quanto riguarda il lavoro, il documento sottolinea che l’agricoltura è in grado di creare centomila nuovi posti di lavoro, ma occorrono politiche innovative, propulsive e mirate. Allo stesso modo sono indispensabili misure che permettano una reale semplificazione burocratica, mentre si rileva l’importanza di favorire il ricambio generazionale attraverso la mobilità fondiaria e l’accesso al fattore terra e di garantire un carico fiscale proporzionato che non comprometta le capacità competitive delle imprese, anzi le rilanci puntando sull’innovazione e favorendo le aggregazioni.