Categories: Archivio, Pol. Agricole

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“Il Collegato ambientale alla Legge di Stabilità in discussione in Parlamento vuole promuovere la green economy a 360 gradi. L’operazione è meritevole, però il provvedimento è talmente eterogeneo che rischia di focalizzarsi solo su alcuni aspetti e finisce per trascurarne altri”. Lo ha sottolineato Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza nazionale delle Cooperative) nel corso di un’audizione in Commissione Agricoltura alla  Camera.
 
“Nell’attuale formulazione del DDL – ha osservato Agrinsieme – il settore agricolo è coinvolto solo parzialmente; l’obiettivo deve essere, invece, quello di intervenire adeguatamente per  assicurare sul territorio nazionale una presenza di imprese competitive, che generino reddito ed occupazione con la produzione di prodotti agricoli sani e sicuri, nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, che sappiano stare sui mercati e competere in un mondo globalizzato”.
 
La strada  da percorrere, ad avviso di Agrinsieme, “è quella tracciata dall’Europa con la strategia per una ‘bioeconomia sostenibile’, attraverso quattro sfide sostanziali – per l’Europa e per il nostro Paese – che sono sempre più sfide globali: garantire la sicurezza alimentare; gestire le risorse naturali in modo sostenibile; ridurre la dipendenza dalle risorse non rinnovabili; attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici ed aumentare la capacità di adattamento”.
 
Tra le sollecitazioni esposte da  Agrinsieme  quelle di:  prevedere – come ha evidenziato, in particolare, il vicepresidente di Cia Cinzia Pagni – una più ampia partecipazione degli agricoltori negli Enti parco, in modo da assicurare anche una maggiore attenzione alle questioni legate alla gestione degli animali selvatici; accelerare l’iter per risolvere il problema della combustione dei residui agricoli, pratica agronomica comunemente usata ma oggi vietata;  risolvere una serie di problemi legati all’utilizzo agronomico del digestato, semplificando le disposizioni sulle emissioni in atmosfera relative agli impianti a biogas; rendere più semplice la comunicazione per l’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici, che andrebbe eliminata dall’autorizzazione unica ambientale.
 
Infine  Agrinsieme ha chiesto che vengano incoraggiate e non ostacolate iniziative come quella del riutilizzo dei residui e dei sottoprodotti derivanti dall’attività agricola e agroindustriale nei settori della chimica verde delle bioenergie e per finalità agronomiche. Chiesta anche una migliore gestione dei rifiuti agricoli che può essere sostenuta da specifici accordi di programma.