Categories: Archivio, Zootecnia

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Desta sconcerto in Confagricoltura la proposta avanzata dal presidente dell’AIA Salcuni, nel corso della recente Assemblea, di imporre a tutti gli allevamenti che operano in una delle filiere produttive dei prodotti a denominazione d’origine protetta (D.O.P.) l’iscrizione dei propri capi al libro genealogico di razza (LL.GG).
 
Una proposta, evidenzia l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, ancor più preoccupante in quanto abbinata ad un’inaccettabile ipotesi di modifica della Legge 30 del 1991 inerente la riproduzione animale e la tenuta dei Libri genealogici.
 
Mentre da tempo l’Europa e le Autorità garanti della Concorrenza e del Mercato difatti ci chiedono, come per altro auspicato dalla parte più avanzata del mondo produttivo, di rendere possibile agli operatori di scegliere – in una situazione di effettiva concorrenza – tra diverse strutture operanti nella selezione c’e’ chi, per fini evidentemente diversi dalla ricerca dell’efficienza economica e produttiva, muovendosi in direzione diametralmente opposta, punta verso rinnovate, anacronistiche ed improponibili situazioni di monopolio.
 
Confagricoltura ricorda che l’attuale formulazione della legge 30/91 è ritenuta, in più segnalazioni inoltrate dall’Antitrust nazionale alle presidenze di Camera e Senato, non conforme alla normativa sulla concorrenza in quanto attribuisce ”ingiustificati vantaggi agli iscritti al sistema AIA anche nell’individuazione di canali distributivi e commerciali privilegiati”. Sottolinea, quindi, come siano da contrastare  tutte le norme – come quella di pervenire ad unico ente di gestione – che possano rendere obbligatoria  per l’esercizio di una qualsiasi attività produttiva l’iscrizione ad un sistema chiuso.