Categories: Archivio, Zootecnia

Condividi

Categories: Archivio, Zootecnia

Condividi

A seguito dell’incontro di venerdì 13 febbraio u.s. sulla filiera del latte ovino promosso e coordinato dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, appare incomprensibile la lettera del presidente del Consorzio del Pecorino Romano che esprime “insoddisfazione per la mancanza di azioni politico programmatiche sul comparto lattiero caseario ovino della Sardegna”.

Intanto bisogna riconoscere che è stato riaperto un tavolo – questo era il secondo incontro- ormai sepolto da anni, ma la lettera appare ancor più fuori luogo in quanto nel corso dell’incontro sono state affrontate tutte le tematiche indicate come priorità nella lettera citata con l’intento di costituire tavoli specifici per affrontare le singole tematiche emerse nel confronto:

– modifica dei disciplinari di produzione delle produzioni DOP e miglioramento della qualità;

– incontro con i tre consorzi per valutare investimenti sulla promozione;

– accordi interprofessionali e contratti tipo ai sensi dell’art. 62;

– incontro con la cooperazione per valutare la riorganizzazione del sistema anche attraverso la costituzione di un organismo di secondo livello;

– credito

– expo.

Chiaro è che se a conclusione di un incontro nel corso del quale è emersa da parte di tutti i partecipanti la volontà di avviare finalmente un progetto di sviluppo della filiera supportato da una programmazione consapevole, organica,  strutturata e per la prima volta con il supporto dei dati economici raccolti dall’Osservatorio regionale – esattamente il contrario di quello che dichiara il presidente del consorzio nella lettera – poi qualcuno dice dei ritenersi insoddisfatto probabilmente  esistono altre motivazioni, che sinceramente a noi sfuggono, ma che sicuramente nulla hanno a che fare con il futuro della filiera ovicaprina in Sardegna.

Ora è necessario che si acceleri nella convocazione dei tavoli tematici per definire concretamente le azioni di cui il comparto ha bisogno.