Categories: Archivio, Pol. Agricole

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Anni di colpevole disinteresse per le produzioni estensive agricole italiane ed in particolare per quelle cerealicole, fanno sentire il morso di una crisi che coinvolge più del 30% della produzione agricola italiana”. Lo ha sottolineato la Giunta di Confagricoltura, esaminando la situazione del mercato cerealicolo, che vede un ulteriore calo delle quotazioni al termine della raccolta.
 
“In appena due anni – ha sostenuto la Giunta di Confagricoltura – il prezzo è crollato di oltre il 40%, con quotazioni attuali scese addirittura sotto le 200 euro/ton. Quotazioni decisamente superiori si hanno invece in Francia (circa 250 euro/ton, e Canada circa 277 euro/ton a giugno).
 
Penalizzano poi i ‘saldi di stagione’. “Appena terminati i raccolti – ha rilevato Confagricoltura – ci sono importanti strutture di stoccaggio che stanno svendendo il prodotto nazionale a qualsiasi prezzo pur di ottenere immediati realizzi economici necessari alla propria sopravvivenza, ovviamente non facendo l’interesse degli agricoltori conferenti”.
 
“Le commodities – ha evidenziato l’Organizzazione degli imprenditori agricoli –  sono state quasi del tutto rinnegate dall’agricoltura italiana, come se questi prodotti non fossero alla base della produzione agricola nazionale. Servono misure per fronteggiare la drammatica emergenza”.
 
La Giunta ha quindi avanzato una serie di proposte da avviare nell’immediato: innanzi tutto un efficiente ed innovativo meccanismo telematico diverso di rilevazione dei prezzi, che dovrà effettuare aggiornamenti quotidiani e non più settimanali, sul modello francese, tenendo presente l’alta volatilità attuale dei prezzi. I suoi indici dovranno scaturire dall’analisi dei contratti realmente stipulati ed eseguiti, che rappresentino una tendenza di riferimento per  orientare i listini futuri. Definirà  così un ‘prezzo di riferimento’ giornaliero, capace di indicare le tendenze per il futuro; su di esso si innesteranno poi le premialità connesse agli aspetti qualitativi del prodotto.
 
Altra richiesta della Giunta è quella di intraprendere, per i cereali e soprattutto per il grano duro, la strada dell’interprofessione, con parte agricola e parte industriale sedute allo stesso tavolo. Andranno condivisi accordi di filiera e definite regole alla base dei contratti che si sottoscriveranno. “All’interno degli accordi interprofessionali potranno essere definiti i parametri qualitativi da premiare”.
 
Ad avviso di Confagricoltura occorre anche un database di informazioni utili ed a disposizione di tutti gli attori, in modo da non consentire speculazioni, oltre ad un quadro aggiornato delle scorte presso gli stoccatori, rendendo obbligatoria la fornitura di tali dati al ministero. Serve poi rendere noti, in tempo utile, i dati sulle semine che emergono dalle domande pac e quelli doganali sulle importazioni. Un quadro così aggiornato riuscirebbe a fornire una fotografia reale della situazione di stoccaggi, semine ed importazioni, per permettere agli operatori una migliore analisi delle tendenze di mercato.
 
Infine Confagricoltura chiede che il piano cerealicolo nazionale, nel medio-lungo periodo, concentri prioritariamente le proprie risorse su ricerca, innovazione e genetica, con l’obiettivo di recuperare il gap agronomico rispetto agli altri Paesi.