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C’è preoccupazione in Italia per le scelte che il Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri UE potrebbero assumere prossimamente nel quadro della strategia Clima-Energia 2030. Per questo Agrinsieme – il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – ha da tempo concentrato la propria attenzione sulle possibili conseguenze delle due proposte di regolamento della Commissione Europea relative all’obbligo di riduzione annuale delle emissioni di gas a effetto serra (ESR) e all’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura (LULUCF) nella strategia.
In vista del voto sui due dossier, Agrinsieme ha inviato una lettera ai componenti della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo evidenziando la necessità che le azioni per il contrasto al cambiamento climatico non minaccino il mantenimento di adeguati livelli produttivi (concetto richiamato anche dall’Accordo di Parigi) e che le politiche di riduzione dei gas serra possano coniugarsi con quelle di sviluppo agricolo e forestale.
Nella lettera inviata ai parlamentari europei, inoltre, si evidenzia, da un lato come l’agricoltura europea abbia già raggiunto un importante traguardo riducendo del 24% le proprie emissioni rispetto al 1990 e dall’altro che non sarà assolutamente semplice raggiungere i nuovi obiettivi di riduzione dei gas serra al 2030, se non sarà riconosciuta pienamente anche la capacità di assorbimento di CO2 dei terreni agricoli e dei pascoli, oltre che di quelli forestali.
E’ dunque importante – sottolinea Agrinsieme – poter contare sul potenziamento dello strumento di flessibilità che lega il regolamento ESR al regolamento LULUCF, aumentando da 280 a 425 milioni di tonnellate CO2Eq la soglia degli assorbimenti utilizzabili a livello UE e l’inclusione della gestione forestale all’interno di tale meccanismo.
La proposta LULUCF presentata dalla Commissione UE limita invece significativamente il contributo della selvicoltura all’attuazione della strategia Clima-energia al 2030, non considerando il ruolo che le foreste svolgono nella bioeconomia, il peso che hanno nell’economia circolare e la necessità della sostituzione del carbonio di origine biogenica a quello di origine fossile. Per Agrinsieme va necessariamente tenuto conto del contributo in termini della gestione attiva e sostenibile del patrimonio forestale, che rappresenta una realtà economica importante per le aree collinari e montane di molti Paesi dell’UE, tra cui l’Italia.