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I danni. Dalla relazione redatta dall’Agenzia Argea, anche sulla base degli accertamenti in campo effettuati in collaborazione con i tecnici dell’agenzia Laore, è emerso che a causa degli eventi calamitosi sono state danneggiate le infrastrutture, le colture arboree, in particolare le sugherete dove i danni hanno compromesso interi areali, ma anche le produzioni orticole in atto, i fabbricati aziendali e altri manufatti rurali, le strutture serricole, le scorte aziendali, ed è stata inoltre accertata la perdita di numerosi capi di bestiame.
La normativa. La normativa vigente prevede che siano ristorabili, tramite le risorse del Fondo di solidarietà nazionale, solo quelle colture e quei beni non ammissibili all’assicurazione agricola agevolata. Esiste tuttavia un decreto legge nazionale dello scorso 9 febbraio, disposto ad hoc per l’emergenza terremoto del centro Italia, che consente di estendere i cosiddetti interventi compensativi anche alle aziende agricole della Sardegna che non hanno sottoscritto polizze assicurative, a copertura dei rischi atmosferici, nel periodo che va dal 5 al 25 gennaio 2017.
I possibili benefici. Per favorire la ripresa economica e produttiva, a favore delle imprese colpite da eventi calamitosi, il Governo può concedere contributi in conto capitale per i danni alle produzioni, alle strutture e alle scorte aziendali, prestiti ad ammodernamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell’anno in cui si è verificato l’evento dannoso e per l’anno successivo. Possono inoltre essere concesse proroghe per una sola volta e per non più di 24 mesi sulle scadenze delle rate delle operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario effettuate dalle imprese agricole. Può essere quindi concesso l’esonero parziale, fino a un massimo del 50%, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l’evento. Tali aiuti possono essere attivati in forma singola o combinata, tenuto conto della dotazione finanziaria assegnata al Fondo di solidarietà nazionale.
Comuni interessati. Ben 37 dei 76 Comuni interessati dai danni sono della vecchia provincia di Nuoro: Aritzo, Austis, Belvì, Bitti, Bortigali, Desulo, Dorgali, Fonni, Gadoni, Galtellì, Gavoi, Loculi, Lodè, Lodine, Lula, Mamoiada, Meana Sardo, Nuoro, Oliena, Ollolai, Onanì, Onifai, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orosei, Orotelli, Orune, Osidda, Ovodda, Posada, Sarule, Siniscola, Sorgono, Tiana, Tonara e Torpè.
Altri 17 Comuni sono della provincia di Cagliari: Assemini, Capoterra, Decimoputzu, Maracalagonis, Monastir, Pula, Quartucciu, Quartu Sant’Elena, Sadali, San Sperate, Sestu, Teulada, Ussana, Uta, Villa San Pietro, Villasor, Villaspeciosa. Nella vecchia provincia dell’Ogliastra sono compresi: Arzana, Cardedu, Elini, Gairo, Ilbono, Lanusei, Loceri, Osini, Seui, Talana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili. E poi Bultei, Nughedu San Nicolò, Nule e Pattada dalla provincia di Sassari. Santadi nel Sulcis, Alà dei Sardi e Buddusò in Gallura, Samassi e Serramanna in Medio Campidano.