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L’Ente Bilaterale Agricolo Nazionale (EBAN) ha presentato i giorni scorsi a Roma il Rapporto annuale 2017 su “Occupazione in agricoltura: il ruolo del lavoro dipendente”, realizzato da Nomisma per conto dell’Osservatorio EBAN sul lavoro agricolo.
Dal Rapporto emergono chiaramente le caratteristiche (stagionalità e territorialità) e la rilevanza del mercato del lavoro agricolo: sia in termini quantitativi (188.000 datori di lavoro e 1 milione di operai), sia qualitativi (varietà della domanda di lavoro agricolo); sia relativamente alle mansioni richieste, sia al loro impiego nel corso del tempo, per effetto di un ciclo produttivo che segue ritmi biologici ed è fortemente condizionato dai fattori esterni e dalla consistente presenza di straniera. Così come risultano evidenti i riflessi sul mercato del lavoro dei positivi mutamenti in atto nel tessuto produttivo agricolo: maggiore occupazione, nuove professionalità.
Interessanti anche i risultati delle indagini condotte direttamente da Nomisma, a partire dal focus sulle modalità di reclutamento degli operai agricoli, dal quale emerge come esso avvenga in prevalenza attraverso canali informali, di conoscenza diretta e di suggerimento da parte di persone di fiducia (solo il 2% dei rapporti di lavoro stagionale avviene per il tramite dei centri per l’impiego pubblici).
L’EBAN è costituito dalle Organizzazioni nazionali dei datori di lavoro agricolo (Confagricoltura, Coldiretti e Cia) e dalle Organizzazioni nazionali dei lavoratori agricoli (Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil). Esso svolge importanti funzioni a sostegno delle imprese e dei lavoratori del settore primario (prestazioni sanitarie integrative, attività e servizi bilaterali in tema di welfare, salute e sicurezza sul lavoro, pari opportunità) e rappresenta una sede di confronto permanente tra le parti sociali agricole sui temi dell’occupazione, delle relazioni sindacali e della contrattazione collettiva.