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L’attuale situazione di crisi, venutasi a creare in questi mesi nell’ambito del trattamento e dello smaltimento dei Soa è seguita al sequestro, nel mese di gennaio u.s., da parte della Procura della Repubblica di Cagliari dell’unico stabilimento esistente in Sardegna (l’Agrolip Sarda srl di Macchiareddu), per violazione delle norme sanitarie e ambientali.

Le criticità sono poi aggravate dalle restrizioni, sulla movimentazione delle carni e dei suoi sottoprodotti, a cui la regione è sottoposta per l’endemica presenza della Peste suina africana.

Tali condizioni limitano fortemente l’operatività delle imprese, sia della produzione primaria sia della trasformazione e commercializzazione di prodotti a base di carne.

Per superare la situazione di emergenza la presidenza della Regione ha emanato un’ordinanza straordinaria della durata di 6 mesi per il conferimento dei sottoprodotti di origine animale nelle discariche autorizzate. Tale ordinanza è stata poi rinnovata l’estate scorsa con scadenza per il prossimo gennaio 2018.

Questa situazione provvisoria non può durare a lungo, pertanto, la Giunta ha stanziato nuove risorse così da sostenere la realizzazione di strutture e l’acquisizione di impianti per il trattamento dei Soa. Sarà in questo modo garantito il rispetto della normativa vigente in materia sanitaria e ambientale.

A breve saranno messi a bando tre milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione, per la costruzione di punti di smaltimento per gli scarti da macellazione e per i sottoprodotti di origine animale (SOA).

Il bando contemplerà due tipi di impianti di smaltimento:

– impianti aziendali, realizzati dalle Piccole e medie imprese (Pmi) attive nella produzione agricola primaria e quelle attive nella trasformazione di prodotti agricoli e nella commercializzazione di prodotti agricoli, ai quali è destinato il 40% della dotazione finanziaria;

– impianti consortili, realizzati dalle Pmi attive nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti e ai Comuni, in forma singola o associata, e alle Unioni di Comuni proprietari di strutture e/o impianti che opportunamente completati consentano il trattamento dei Soa, ai quali andrà il 60% del contributo.

Tale ripartizione è tuttavia indicativa e non vincolante poiché a conclusione dell’istruttoria delle domande pervenute potrà essere operata una opportuna rimodulazione degli eventuali fondi non utilizzati. 

Le Pmi beneficiarie degli aiuti accedono a una sovvenzione in conto capitale con intensità di aiuto sull’importo dei costi ammissibili differenziata a seconda dell’attività svolta. L’aiuto non potrà comunque eccedere il 70% dell’importo dei costi ammissibili nel caso delle Pmi attive nella produzione agricola primaria e nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, mentre la sovvenzione massima erogabile per singola impresa non potrà superare i 200 mila euro.

Per le Pmi attive nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti la quota dell’aiuto è ridotta al 40% dell’importo dei costi ammissibili, mentre il finanziamento massimo non potrà eccedere i 200 mila euro. Per i Comuni, in forma singola o associata, o le Unioni di Comuni l’aiuto previsto è del 70% dell’importo dei costi ammissibili, con la sovvenzione che non potrà superare i 500 mila euro.