Pecore al pascolo

Le autorità sanitarie della Sardegna bloccano la movimentazione del bestiame ovino e bovino. Per tutti gli spostamenti, intra regionali ed extra regionali, sarà necessario avere per ogni animale una Prc negativa al famigerato sierotipo 3 del virus.

In Sardegna la movimentazione dei capi vivi sensibili al virus della lingua blu intra ed extra regionale è consentita esclusivamente previo esito negativo degli esami della reazione a catena della polimerasi (Pcr) per il sierotipo 3. Oltre agli ovini adesso a pagare le conseguenze di questa nuova ondata sono anche gli allevamenti bovini. Anche loro, che vengono movimentati per via dell’organizzazione aziendale, prima di uscire dall’azienda, in tutto il territorio regionale, dovranno essere sottoposti alla Pcr e contestualmente anche alla somministrazione di un insetto repellente. In caso di positività anche di un solo capo la movimentazione sarà bloccata.

Sono queste le nuove disposizioni firmate il 28 ottobre 2022 dal direttore del Servizio Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Regione Sardegna, Antonio Montisci, che saranno in vigore fino al 13 novembre prossimo, allo scopo di limitare la circolazione dell’infezione di febbre catarrale dei piccoli ruminanti, dovuta al virus di blue tongue.

Il tutto nella speranza che, complice l’arrivo dell’autunno, presto le temperature medie si abbassino al di sotto dei 12 gradi in modo da azzerare le schiuse di Culicoides imicola, l’insetto vettore del virus, così da fermare il contagio.

Per Coldiretti Sardegna e per Confagricoltura Sardegna è urgente affrontare in maniera sistemica l’infezione che ora danneggia anche gli allevamenti bovini, ritenuti serbatoi del virus: infatti i grandi ruminanti restano sempre asintomatici.

La situazione epidemiologica. Il virus della sindrome da lingua blu quest’anno si sta materializzando con una variante, quella del sierotipo 3, per la quale non c’è ancora il vaccino. Secondo l’Osservatorio Epidemiologico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna – al 31 ottobre 2022 – gli allevamenti definiti quali “focolai attivi” sono 23 che coinvolgono in totale 8.627 capi, con 172 casi, 164 dei quali con sintomi clinici e 65 animali morti.

Purtroppo ci sono anche 66 allevamenti definiti come “focolai sospetti” forti di altri 17.529 capi, nei quali si registrano 659 casi, di questi 643 con sintomi clinici e 111 animali morti. I “focolai estinti” sono invece 33 con 9.208 capi coinvolti, 176 casi, 14 dei quali con sintomi clinici e 11 morti.

In totale la Sardegna al 31 ottobre presenta 122 focolai, nei quali si trovavano 35.364 capi, con 1.007 casi, di questi ben 821 hanno presentato o presentano sintomi clinici e si registrano già 187 capi morti. La parte della Sardegna più colpita è quella sudoccidentale, dove sono anche localizzati la maggioranza dei focolai da sierotipo 3, mentre un primo focolaio sospetto è nel Nord Sardegna, all’interno dell’area buffer sono localizzati tre focolai estinti.

Coldiretti Sardegna, urge tavolo tecnico.
“Una nuova mazzata per la zootecnia sarda: occorrerà assistere maggiormente il bestiame integrando anche il mangime. E questo vale sia per gli animali colpiti dalla lingua blu sia per quelli che ne subiscono le conseguenze indirettamente per via del blocco previa Pcr della movimentazione – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -. E questo avviene con i prezzi del mangime raddoppiato così come tutti gli altri costi. La stessa Pcr peserà sui bilanci aziendali in quanto costa 25 euro che sicuramente andranno anticipati, anche se ci batteremo affinché la Regione, come in passato, intervenga per abbatterne i costi. Allo stesso tempo è necessario liquidare gli indennizzi per le perdite dello scorso anno. Non c’è tempo da perdere, è sintomatico di un sistema che non funziona questo, dove si hanno nuove perdite per la lingua blu senza ancora aver ricevuto gli indennizzi che devono alleviare quello dell’anno prima”.

Contemporaneamente Coldiretti Sardegna attraverso il direttore Luca Saba chiede “l’istituzione immediata di un tavolo tecnico in cui si condividano tutti i dati, si faccia chiarezza e si comunichino le strategie che si stanno adottando per bloccare l’emergenza e allo stesso tempo anche per sconfiggere o comunque per mettere sotto controllo la lingua blu che sta mietendo vittime da 21 anni. Anni in cui abbiamo perso 800mila capi e sono stati investiti per gli indennizzi oltre 166 milioni, oltre alle sostanziose perdite indirette con mancati redditi dovuti alle conseguenze di questo virus e ai numerosi blocchi della movimentazione”.

Confagricoltura, serve intervento rapido.
L’istituzione di un tavolo tecnico e il monitoraggio degli indennizzi ancora da liquidare sull’anno scorso sono tra le richieste di Confagricoltura: “Il riesplodere dell’epidemia ovina della lingua blu, in alcune aree del Centro Sud dell’Isola, soprattutto con la nuova variante di sierotipo 3 sconosciuta fino a oggi in Sardegna e per cui non esiste vaccino, rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende ovine e altrettante di bovini da carne con la morìa da un lato e il blocco delle movimentazioni dei capi dall’altro. Chiediamo quindi alla Regione un intervento rapido, con tutto il personale in disponibilità dei servizi veterinari, per contenere immediatamente l’epidemia, aggravata anche dal contesto climatico con le temperature ben sopra la media stagionale, attraverso cordoni sanitari stringenti e controlli a tappeto nelle aree focolaio e in quelle limitrofe”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sassari Olbia Tempio, Stefano Taras, alla luce della nuova emergenza di sanità animale sviluppatasi in Sardegna che, oltre al comparto ovino, rischia di affossare anche quello dei bovini da carne: vera eccellenza agroalimentare del Nord Sardegna e in particolare della Gallura.

“Il blocco delle movimentazioni sui bovini, infatti, che non muoiono in caso di infezione, ma possono essere portatori della malattia – ha proseguito Taras -, impedirebbe la vendita dei vitelli verso i punti di ingrasso della Penisola dove arrivano, per il finissaggio, buona parte dei capi nati in Sardegna. Una situazione che interromperebbe la fase di accrescimento degli animali nei tempi dovuti con enorme aumento dei costi per i proprietari che dovrebbero continuare ad accudirli in azienda”.

Sul piano della gestione sanitaria della lingua blu, il rappresentante di Confagricoltura ha ricordato che “nella lotta alla blue tongue dobbiamo iniziare a darci delle regole e delle modalità di gestione certe ed efficaci. Dopo più di vent’anni di presenza epidemiologica non possiamo più ragionare in termini di emergenza. Gli interventi vanno calendarizzati con tempistiche certe così che si possano raccogliere i risultati attesi”.

Su tale ultimo aspetto Taras ha sottolineato come “Le vaccinazioni, sui sierotipi noti, vanno fatte entro la primavera e non prolungate fino a questi giorni. In provincia di Sassari abbiamo raggiunto il 100% delle vaccinazioni previste per il 2022, mentre in altri territori regionali ci si presenta ancora oggi in azienda, con la figliatura delle pecore in corso, e si pretende che i pastori facciano fare gli interventi in questo momento così delicato per gli animali”.

Fonte: AgroNotizie – Le novità per l’agricoltura. Articolo di Mimmo Pelagalli.