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Pecorino romano, Agrinsieme: inserire in disciplinare elenco razze ovine legate a territori di produzione

(CHB) – Cagliari, 20 mag 2025 –  <agrinsiemesardegna@gmail.com>“La Denominazione di Origine Protetta del Pecorino Romano è un bene pubblico dell’Unione europea che ha come obiettivo la salvaguardia delle popolazioni rurali e del loro sistema economico e sociale. Ed è proprio il legame con il territorio l’elemento fondante della DOP. L’elemento che ha unificato l’intera zona di produzione di questo formaggio, pur separata dal mare, è stato la valorizzazione delle pecore autoctone che con i territori di Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto hanno un legame storico e tradizionale imprescindibile: da quella di razza Sarda e alla Nera di Arbus e alla Comisana, dalla Massese alla Vissana e Sopravissana, passando per quella dell’Amiata. Bene sta facendo, quindi, la Regione Sardegna a prendere posizione in difesa della DOP legata ai territori e alle comunità della nostra Isola”. Lo ha detto il coordinatore di Agrinsieme Sardegna, Daniele Caddeo, nel cercare di ridefinire la cornice del dibattito sulla modifica del disciplinare produttivo del Pecorino Romano DOP che, in questi ultimi mesi, sta animando il confronto pubblico tra Regione, Consorzio di Tutela, mondo della produzione primaria (gli allevatori e le organizzazioni agricole che li rappresentano) e della trasformazione, con buona parte della cooperazione impegnata a difendere l’unicità della produzione del Pecorino Romano. Un confronto che vede numerosi portatori di interesse impegnati nella battaglia per l’inserimento delle razze ovine autoctone tra i punti di forza ed eccellenza che legano questa produzione alle comunità e ai territori dell’areale di Sardegna, Lazio e Grosseto. </agrinsiemesardegna@gmail.com>

<agrinsiemesardegna@gmail.com>IL CHIARIMENTO. “Come più volte ribadito – ha proseguito Caddeo – non abbiamo alcuna contrarietà alla libera scelta degli imprenditori zootecnici di riconvertire le tipiche razze locali con quelle esotiche provenienti da Francia o Israele. Siamo invece fermamente contrari, come hanno detto in diverse occasioni anche i gruppi organizzati dei pastori, alla trasformazione del latte di queste pecore in formaggi Dop come il Pecorino Romano, quello Sardo e il Fiore Sardo. È sbagliato – ha precisato il coordinatore regionale di Agrinsieme – dire che le pecore sono tutte uguali e che producono latte allo stesso modo. Quelle di razza sarda sono delle camminatrici, si muovono al pascolo brado e mangiano erbe e germogli di tante varietà spontanee, rendendo il proprio latte un ottimo prodotto, cosa diversa da quello proveniente da animali allevati al chiuso delle stalle con alimentazione controllata e spesso derivata da concentrati. Il pascolamento ha inoltre un ruolo ecologico, messo in evidenza dalle politiche agricole comunitarie, nella valorizzazione della biodiversità e della sostenibilità ambientale”.

PUBBLICITA’ VERSO I CONSUMATORI. Caddeo si è quindi soffermato sull’anima della pubblicità verso i consumatori che in questi ultimi anni ha caratterizzato la promozione del Pecorino Romano Dop. “La forza della campagna di comunicazione, che noi condividiamo, punta su alcune parole chiave che descrivono questo formaggio come un prodotto di eccellenza: animali liberi al pascolo e pecora sarda come razza autoctona. Delle due l’una: o il buon latte arriva da pecore, magari di razza sarda, che hanno una marcia in più nell’essere “Libere di pascolare. Libere di scegliere”, come dice un post di promozione su Instagram dello scorso 17 marzo, oppure le pecore e il loro latte sono uguali a prescindere dalla razza e dalla tipologia dell’allevamento. Certo è che le due cose non possono essere vere contemporaneamente. Ecco perché riteniamo fondamentale, e in coerenza con il mondo che ci circonda, inserire nel disciplinare produttivo l’elenco delle razze ovine legate ai territori di produzione del Pecorino Romano Dop e alla nostra lunga tradizione pastorale”, ha concluso il coordinatore Caddeo. </agrinsiemesardegna@gmail.com(CHARTABIANCA) red © Riproduzione riservata agricoltura